venerdì 27 luglio 2012

Final Communiqué - il riassunto dei contenuti

Washington DC ha ospitato, dal tre al nove giugno, la settima edizione del G8&G20 Youth Summits. Si tratta di eventi giovanili che si svolgono, ogni anno, parallelamente ai celebri incontri internazionali dei Leaders mondiali. Il loro funzionamento avviene in maniera del tutto speculare a quello dei Summits dei "grandi". Dopo i primi incontri virtuali per la stesura dell'Agenda dei temi di discussione, i giovani Ministri si trovano a dibatterne attorno al tavolo di negoziazione. Tutto questo porta, infine, alla stesura di un comunicato Finale, conosciuto col nome di Final Communiquè, di cui vi offriamo qui un rissunto degli argomenti che hanno principalmente caratterizzato il lavoro di ogni comitato.

Capi di Stato e Governo si impegnano in considerazioni di natura strutturale: raccomandano il proliferare degli strumenti di e-governance come modo per assicurare la trasparenza e l’accountability degli organi decisionali. Inoltre si pone l’accento su una continuità del dialogo tra istituzioni e società civile, specialmente i giovaniLa seconda parte del Communiquè è incentrata sulla prevenzione dei disastri naturali, con attenzione al Continente Artico e ai conflitti/rifugiati causati da disastri naturali

La svolta, nella Commissione Difesa, è rappresentata da una nuova disposizione, tutta giovane, a creare un nuovo framework di cooperazione con la Russia e con la Corea del Nord. Si chiede di riaprire il dialogo Russia-NATO sulla scudo missilistico europeo, visto come una responsabilità della difesa del continente europeo. Nei confronti della DPKK invece si chiede la riduzione degli armamenti in cambio di un consistente impegno da parte dei paesi G8 nella sicurezza alimentare del paese Nordcoreano. La pirateria nel Golfo di Aden si combatte con la cattura, il giusto processo dei colpevoli, ma anche con la prevenzione delle cause. Altri temi: Afghanistan legato al Traffico internazionale di stupefacenti.

La Commissione Affari Esteri si impegna molto nell’argomento dei Diritti delle Minoranze. Invita la Comunità Internazionale a utilizzare tutti gli strumenti legalitari possibili per contrastare la discriminazione e soprattutto la violenza sulle donne. Molto si dice anche sulla protezione dei e molto coraggiosa e ferma è la posizione nei confronti dei diritti della comunità LGTB. Alla luce del risultato delle elezioni in Egitto è di grande interesse la posizione nei confronti degli sviluppi della Primavera Araba: si sottolinea infatti il totale rispetto della sovranità di Egitto e Tunisia, e il supporto nel processo di democratizzazione. Infine su Siria e conflitto Israelo - Palestinese le proposte si basano su un unico, fondamentale concetto: i diritti umani non possono basarsi sulla situazione giuridica o politica di un territorio.

La Commissione Giustizia si impone sulla libertà di parola ed espressione su Internet, con un occhio a prevenire la censura nei confronti dei dissidenti politici, ma salvaguardando il rispetto per gli altri. Il cyber-crimine è inoltre oggetto di proposte, insieme a una precisazione del principio del giusto processo. Inoltre il Communiquè include proposte per una nuova più decisa azione contro la corruzione, a un ampio spazio dedicato al traffico di esseri umani, con la proposta, abbastanza innovativa di allargare l’information sharing a dati biometrici, impronte digitali.

Per quanto riguarda lo Sviluppo, si pone l’accento sulla necessità di rinnovare l’efficienza della FAO, tramite un database unico che coordini gli aiuti allo sviluppo con i relativi recipients. Si richiede di garantire l’accesso equo al terreno a tutti gli stakeholders e la cooperazione pubblico-privato nella diversificazione delle colture e nella distribuzione delle stesse, riscoprendo l’agricoltura tramite educazione e training. Ampio spazio è dedicato allo scrutinio dell’efficacia e trasparenza degli aiuti allo sviluppo con proposte interessanti, chiare e efficaci.

La Commissione Economia guarda ai giovani e all’occupazione e propone: un coordinamento migliore della domanda e offerta nel mercato del lavoro, e di ripensare lo stesso tenendo in maggiore considerazione i diritti dei giovani e delle donne, considerate una risorsa per l’economia nazionale. I Ministri propongono poi di ridisegnare l’educazione e il training basandosi sull’acquisizione di competenze pratiche adatte alle nuove sfide lavorative, come l’educazione all’imprenditoria. La semplificazione amministrativa è incoraggiata come modo per incentivare start-up e piccole e medie imprese.

Interessantissima la diversificazione dei temi affrontati nella Commissione Ambiente: dalle risorse energetiche a quelle naturali, urbanizzazione e cambiamento climatico. Tra le proposte più interessanti: condivisione di innovazioni tecnologiche per ridurre lo spreco di acqua, la riduzione dell’utilizzo dei pesticidi, l’implemento su base ancora più allargata delle smart grid, e diverse iniziative nell’ambito delle rinnovabili e dei cosiddetti green products/green jobs. Le proposte sull’urbanistica sono una vera e propria finestra sul futuro: ogni cosa dai servizi pubblici, alle infrastrutture, alla fornitura energetica è stata inclusa nei criteri che devono guidare la progettazione di future città ecologiche.

Molto tecniche le raccomandazioni della Commissione Finanza, con una stretta sulla Agenzie di Rating, a cui si richiede di rendere pubbliche le metodologie utilizzate e i finanziamenti ricevuti. Si pone inoltre l’accento sula salvaguardia dell’Eurozona tramite un coordinamento delle politiche fiscali e di stabilizzazione. Il Fondo Monetario Internazionale è richiamato ad una maggiore flessibilità delle quote e trasparenza nelle procedure. La stabilizzazione del prezzo delle commodities è oggetto della proposta di creare database ch possa mantenere le riserve sotto controllo ed evitare crisi provocate da improvvisa carenza di scorte.

Se questa preview delle proposte dei nostri giovani Ministri ha catturato la vostra attenzione, leggete l’intero Communiquè al link: http://yadlsummits.org/2012/06/14/communique-of-the-g8-g20-youth-summits-2012/ Comodamente diviso in Commissioni, vi permette di selezionare la lettura delle tematiche che sono di vostro maggiore interesse! Restiamo in attesa di sentire pareri, opinioni, commenti!
Scritto da Cinzia Bianco, Edito da Marta Castellani

martedì 24 luglio 2012

Il futuro del G20: Summits a confronto


Di futuro si può ben parlare: scendono in campo i giovani del G8&G20
Con l’espansione dei BRICS, l’ascesa di nuove potenze, la crisi di vecchi protagonisti: quale corso prenderanno gli eventi dei vertici internazionali G8 & G20? La soluzione nel dibattito tra già noti attori e nuove giovani realtà.

Anche il G20 di Los Cabos è giunto alla sua conclusione. Dopo due giorni di negoziazioni, il 19 giugno i Leaders sono giunti alla firma della Declaration. Quattordici pagine, contenenti ottantacinque punti nei quali vengono discussi i più importanti temi di attualità internazionale e che racchiudono, anche, possibili soluzioni ai problemi della nostra era e del nostro futuro, che i Venti tenteranno di mettere in pratica, nel breve o lungo termine, per porvi fine.  
Il G8 di Camp David, ha, invece, avuto luogo un mese prima, a maggio, dal 18 al 19. Anche in questo caso, la chiusura dei lavori è stata celebrata con la firma della "Camp David Declaration" del 19 maggio. Una raccolta di intenti ancora più succinta, nella quale i Leaders del Gruppo degli 8 ha riassunto tutti gli argomenti in agenda in soli 39 punti.
A cavallo tra i due vertici internazionali si sono collocati i Summit giovanili "G8&G20 Youth Summits" e "Y20-La Puebla". Per chi si trovasse ad entrare in contatto con questi nomi per la prima volta, cercherò di spiegare brevemente di cosa stiamo parlando. Per quanto concerne i G8 & G20 Youth Summits, questi avvengono in maniera del tutto speculare ai Summits dei Leaders, ma la loro peculiarità sta nel fatto che essi riuniscono attorno al tavolo di negoziazione studenti e giovani professionisti provenienti dai Paesi facenti parte del G8 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Russia) e del G20 (paesi del G8, più Australia, Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sudafrica e Turchia). I ragazzi, al pari del loro corrispettivi famosi, sono chiamati a discutere sui temi contenuti nella loro Agenda, a negoziare al fine di raggiungere un consensus e a stilare la loro personale Declaration, conosciuta in questi ambienti col nome di Final Communiqué  

Lo Y20 di La Puebla è stato ideato appositamente per i giovani dal Governo Messicano e si è svolto dal 9 all’11 Maggio 2012. Uno Youth 20, appunto, un forum in cui i giovani potessero trovare un momento di incontro e scambio con i massimi esponenti dell’economia, dell’industria e della politica mondiale. I ragazzi di Y20, hanno negoziato su temi economici, finanziari e di sviluppo, concentrando le loro riflessioni in un comunicato che è stato accolto immediatamente dopo dalle mani del Presidente messicano Felipe Calderon, e poi è stato passato al tavolo di Los Cabos.    Lo Y20 di La Puebla, Messico, è stato ideato 

Sia il  "La Puebla Agreement" che il "Final Communiqué 2012" sono più lunghi dei comunicati ufficiali stilati e firmati dai Leaders mondiali. In generale, essi sono caratterizzati da spiegazioni lunghe e ponderate degli argomenti trattati e delle idee nate in seguito alle giornate di negoziazione. Porterò di seguito ad esempio un brano tratto dal Final Communiqué del G8 & G20 di Washington 2012.  

"Il Futuro del G20", (tdr.)

  Raccomandiamo a tutti i Paesi membri di realizzare queste azioni e obiettivi:

1. Sviluppare una Carta che definisca la visione comune del gruppo, i suoi principi, le linee guida generali della sua governance e la sua amministrazione;
2. Assicurare che il gruppo sia efficiente e concentrato sul raggiungimento dei risultati. Proproniamo la creazione di un comitato che detanda la leadership nel gruppo, che sarà chiamato Segretariato, il quale sarà in carica dei seguenti mandati operativi: A. Raccogliere ed ordinare gli stimoli ricevuti dai Paesi non-G20 riguardo i principali punti in Agenda; B. Assicurare continuità e trasparenza tra il G20 e i suoi Forum paralleli (B20, Y20, C20, L20, T20). (...) C. Assicurare la legittimità dei Summit G20 attarverso l’instaurazione di relazioni con portavoce delle realtà politiche e civili (...) inclusi gli Youth Summits. D. Promuovere la capacità del G20 di essere un punto tra i Paesi sviluppati e in via di sviluppo. E. Produrre in maniera regolare informazioni e aggiornamenti attraverso la pubblicazione di materiale cartaceo e online. (...)
3. Creare un "G20 Accountability Working Group", il quale sia incaricato di condurre valutazioni complessive degli impegni sottoscritti dal G20, attraverso lo sviluppo di indicatori di giudizio delle prestazioni. (...)    
Questa è solo una preview del Final Communiqué 2012. Per avere maggiori informazioni, leggere il documento per intero, scoprire come fare per poter essere parte attiva degli eventi del prossimo anno, lasciare i vostri commenti, visitate il Blog dell’ associazione italiana membro del G8&G20 Youth Summits Network e responsabile per il reclutamento dei partecipanti italiani ai summit: la Young Ambassadors Society.  
Contatti: Sito: http://www.youngambassadorsociety.org Facebook: "Young Ambassadors Society". Twitter: @YAS_Society    

Marta Castellani

lunedì 9 luglio 2012

MINISTRO PER DUE MESI: IL RESOCONTO DELLA MIA ESPERIENZA DA MINISTRO DELL’AMBIENTE


Sono passati due mesi da quando la Young Ambassador Society mi ha inviato l'email attraverso la quale mi veniva comunicato ufficialmente di essere entrato a far parte della Delegazione italiana al G8&G20 Youth Summit 2012. A tre settimane dal ritorno di Washington DC è arrivato il momento di tirare le somme di questa breve ma intensa esperienza da giovane ministro dell’ambiente.

Questa di DC è stata la mia prima volta in una simulazione internazionale di un vertice e prima di partire, per Berlino (Europe’s Voice) e per Washington DC (G20), non vi nascondo che sono stato abbastanza teso. Alla vigilia del pre-summit europeo mi chiedevo cosa ci saremmo detti chiusi in una stanza per ore io e i “colleghi” di Germania, UK, Francia e UE. Dopo l’esperienza berlinese, la domanda era, invece, come venti ragazzi, provenienti da altrettanti Paesi, potessero trovare un accordo su temi complessi, come quelli ambientali, in pochi giorni di negoziazione. I dubbi su Berlino sono stati presto smentiti una volta seduti al tavolo: abbiamo avuto un sacco di cose da dirci, tant’è che le ore inizialmente previste per le negoziazioni non sono state sufficienti. Una volta in America, mi sono reso conto di come anche i dubbi sul G20 fossero infondati: venerdì 15 giugno alle ore 16.00, in un’aula della George Washington University, la commissione ambiente aveva già finito di redigere (a dispetto di molti altri comitati) il comunicato finale, approvandolo all’unanimità.
Un’altra “paura” era legata alle negoziazioni e alla mia inesperienza: come parlare? che comportamento avere? quali parole utilizzare per cercare di convincere gli altri delle mie idee? E’ stato fondamentale, per affrontare al meglio le negoziazioni, la redazione del Position Paper (il documento con cui si presentava la posizione dell’Italia sugli argomenti in discussione). Lo studio di documenti, le ricerche, gli incontri ai ministeri sono stati decisivi per avere le idee più chiare e argomentazioni più forti.

Le negoziazioni ci hanno permesso di redigere un comunicato finale che per quanto riguarda l’Ambiente è un buon compromesso tra le esigenze dei Paesi in via di sviluppo e la necessità di favorire una crescita “verde”.
I temi trattati sono stati diversi: diritto all’accesso all’acqua, water management, inquinamento marino, futuro dell’offerta energetica, urbanizzazione e prodotti “green”.
I delegati dei Paesi cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno fatto fronte comune durante i negoziati. Anche il “blocco” europeo si è presentato unito su quasi tutti i punti in discussione, l’unica divergenza di opinioni la si è avuta sull’energia nucleare. Argomento che ha visto Italia, Germania e Regno Unito contrapposte alle idee dei delegati di Francia, USA e Cina.  Come potete leggere nel Final Communiqué si è trovato un accordo sulla necessità di avere regole più stringenti per la costruzione e la gestione di impianti nucleari.

Nonostante i temi discussi potessero essere causa di grandi divergenze tra i vari delegati, trovare il consensus non è stato molto difficile. Oggi si ha una coscienza maggiore delle problematiche ambientali, anche in Paesi, come la Cina o l’India, dove la popolazione e l’economia crescono a ritmo sostenuto. La difficoltà più grossa è ancora oggi prendere degli impegni vincolanti (che riguardano la riduzione delle emissioni di C02, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’efficientemento energetico) da parte di grandi Paesi come gli USA, Cina e la Russia. Come delegati europei abbiamo provato a parlare di numeri, obiettivi, date ma nella maggior parte dei casi siamo stati fermati dagli altri delegati. Problema simile a quello che si è avuto nei giorni scorsi a Rio de Janeiro, dove l’accordo uscito dalle negoziazioni di Rio+20 non segnerà la svolta sperata verso un forte impegno di tutta la comunità internazionale per una crescita sostenibile.

A conclusione di Europe’s Voice, Claudia, la nostra addetta stampa, chiedeva ad ogni delegato di descrivere l’esperienza berlinese con un aggettivo, il primo che mi venne in mente fu “curiosa”.  Un’esperienza curiosa perché era la mia prima volta in un summit giovanile ed era la prima volta in cui mi trovavo a parlare di Water Governance e Green Growth con ragazzi di quattro nazioni diverse.  Se dovessi rispondere alla stessa domanda per descrivere l’esperienza USA e più in generale l’esperienza da giovane ministro, l’aggettivo che userei è UNICA.
Quella che ho vissuto insieme agli altri undici ragazzi della delegazione è stata un’ESPERIENZA UNICA:
UNICA perché ha permesso a centinaia di ragazzi di almeno venti Paesi diversi di incontrarsi per una settimana e dibattere su temi di grande attualità che interessano tutto il mondo;
UNICA per le persone che mi ha fatto incontrare. Ragazzi con mille esperienze diverse alle spalle (dal vincitore di una delle edizioni del Grande Fratello inglese, a una cantante pop russa, al genio della matematica indiano), creando così una rete di relazioni vastissima, che copre quasi tutto il mondo;
UNICA perché mi ha permesso di ampliare la mia conoscenza e di vedere le cose da diversi punti di vista;
UNICA perché è riuscita a produrre un documento di circa quaranta pagine, pieno di idee e proposte che, probabilmente non risolveranno i problemi del mondo, ma potranno essere d’aiuto per avere un presente e creare un futuro più equo e sostenibile;
UNICA perché mi ha dato la consapevolezza che “ la giusta strada per avere un futuro diverso sta nell'agire, non nel rimanere fermi.”


Sarà scontato, ma se si vuole un futuro diverso, un’Italia diversa, l’unico modo è parlare, proporre. Iniziative come gli Youth Summits sono un modo per dare voce ai ragazzi, aiutando a costruire una cittadinanza più consapevole e attiva. Spero che questo genere di manifestazioni possano diffondersi sempre di più nel nostro Paese, favorendo così l’emergere di nuove idee e soprattutto il tanto richiesto e sperato ricambio generazionale nelle nostre Istituzioni.

Giuseppe Tomaselli
Marta Castellani

mercoledì 4 luglio 2012

Youth VS Fossils during the Rio+20 Forum


On Sunday 23rd, the G77 obtained the “Fossil of the Day” award : 

"Climate Action Network’s 700+ member organisations regularly judge ‘Fossil of The Day’ awards, giving them to countries who have performed badly in the climate change negotiations. When earned, these slightly sarcastic yet highly prestigious awards are presented daily during climate talks. The Fossil of the Day awards were first presented at the climate talks in 1999 in Bonn, initiated by the German NGO Forum".

The award was delivered by the Children and Youth Major Group to a representative of Algeria on behalf of the Group of 77 (all the governments representative attending the Forum). He received the award in front of a huge mass of people, outraged by the obstruction demonstrated by this group of countries. The demonstration, during which members of the Children and Youth Major Group wore tapes on their mouth as a sign of silent indignation, ended with a symbolic act : a little child was tied after having screamed “Plant trees, don’t ruin our Planet”.
The Fossil of the Day awards have been attributed every day, during the Forum, by members of the Civil Society to countries demonstrating unsustainable and anti-environmental practices and blocking the negotiation process. The United States was granted the award on the first day of negotiations, followed by Canada, for their poor environmental record and in particular for having tried to prevent the conference from adopting commitments requiring an end to fossil fuel subsidies. Those countries are considered as putting barriers to a desired outcome.

The Children & Youth Major Group held daily meetings in the RioCentro Major Group pavilion to discuss the strategy to be heard by decision-makers and to make the difference in the Earth Summit. It was established that each Major Group will have the right to talk for strictly two minutes during the Opening Plenary Session of the Rio Conference. Some members of the Children and Youth Major Group suggested to use the “strategy of silence”, that is to not speak during their two minutes and leave the room without saying a word, demonstrating the indignation and disillusion of future generation for what the adults are doing. But others disagree with this strategy and continue to suggest a more proactive statement in order to make their voice heard.
The issue was, in the end, still undecided. The motivation, passion and will to make real change are extremely strong within the group. However, they are still working on how to use the tools available to them and how to best express themselves in the time allocated.

You can read about more reactions on: http://www.climatenetwork.org/fossil-of-the-day/

Romina Puccetti

Marta Castellani

martedì 3 luglio 2012

Building a bridge to the civil society : the Rio+20 Dialogues

The Sustainable Development Dialogues are an initiative organized by the Brazialian Government, with the of the United Nations' endorsement. The so-called "Dialogues" were held in Riocentro between June 16 to 19, four days before to High Level Segment of the United Nations Conference of Sustainable Development. This initiative represents an innovative way to engage and to include civil society in International UN Conferences, helping citizens to build a bridge to the Heads of State and Governments, on the belief that public participation is essential to the consolidation of sustainable development. The priority was to come up with a set of Recommendations representing the view of the Civil Society to be presented at the Round Tables during the High Level segment of the Rio+20 Conference.

The Dialogues focused on ten crucial themes of the sustainable development agenda: 1) unemployment, decent work and migration; 2) sustainable development as an answer to the economic and financial crises; 3) sustainable development for fighting poverty; 4)the economics of sustainable development, including sustainable patterns of production and consumption; 5) forests; 6) food and nutrition security; 7) sustainable energy for all; 8) water; 9) sustainable cities and innovation; 10) oceans. At the end of the discussions, 30 recommendations were selected, three for each theme: one chosen by an open vote on the internet, one by the audience in Rio (composed by a number of representatives from the private sector, NGOs, the scientific community, among other major groups) and one by the panelists of experts that led the debate.
Over 63,000 people from 193 countries gathered nearly 1.4 million votes on the internet, while the debates in Rio had an average audience of over 1,300 people.

On Sunday June 17th, from 11.00 am to 1.30 pm, a panel gathered in Pavilion 5 of Riocentro to debate "the economics of sustainable development, including sustainable patterns of production and consumption".
The panel warned once again that our current models of consumption and production are seriously undermining the survival of our planet: we are currently consuming more natural resources than the planet is able to regenerate and we are producing more waste than the planet is able to absorb. Humanity uses the equivalent of 1.5 planets each year. If we continue with the current patterns of consumption and production, in 20 years we would need more than 4 planets.



Prime Minister of Bhutan, Lyonchoen Jigmi Yoezer Thinley, giving a speech at the SD Learning course on "Organic Agriculture - Locally Driven Solutions to Global Priorities"




A change in technology is not enough. During the debate, the need of a real paradigm shift was stressed, in order to move from consumerism to a model of well-being based on a dematerialization of life. According to this perspective, consumerism should become an instrument and not an end for itself.
The panel also stressed the need to phase out harmful subsidies and develop green tax schemes, to promote sustainable public procurement worldwide as a catalyst of sustainable patterns,  and to adopt an holistic approach to sustainable development. This means that we have to keep in mind the three pillars of sustainable development (economic, social and environmental) are strictly interconnected and the humanity is deeply dependent to planet Earth and vice versa. This approach can only be adopted through the education of the future generations on the principles of sustainability, including sustainable lifestyles and consumption patterns, which must begin in schools at a very early stage and through a global educational campaign.


This new model also implies a change in how we measure prosperity. The Gross National Product must be integrated with other indicators that could include environmental damages and social impacts. However, as Dr. Mathis Wackernagel stressed: "There is a hole in the boat but nobody fixes it if the neighbour doesn't start fixing it first”. He used this metaphor as a call for change now. “We have no more time to wait and waiting for the global consensus is wasting the future. We must start now”.
The captains have already left the helm…and us, inhabitants of the Planet, do we still want to wait them to come back to fix our boat?"

Romina Puccetti

Marta Castellani

lunedì 2 luglio 2012

The "One Planet Living": an holistic approach toward the future that we want

On friday 22nd of June, the "One Planet Living" approach was presented during one of the Rio+20's side events, the "Major Groups Pavilion", by members of the BioRegional Development. It regards a new cross-cutting sustainable development strategy, based on ecological and carbon footprint, sustainable patterns of consumption and production, and ten principles, encompassing all three pillars of sustainaility.

This plan states that, globally, we are far exceeding the carrying capacity of the Planet. In fact, we are annually consuming resources and polluting our Earth more than it could ever renew or absorb (50% more, in percentage). The Ecological Footprint shows that if everyone in the world consumed as much as the average person in western Europe, we would, in the future, need THREE planets to support us. If everyone consumed as many natural resources as the average North American, we would then need FIVE planets. Carbon emissions are responsible of our global ecological footprint for around fifty per cent,. Moreover, there is a lack of a basic level of human needs for 20% of people, a financial crisis and a need to restructure towards fair sustainable economies.

"One Planet Living" uses a set of unique principles of sustainability as framework. These are social, environmental and economic indicators which come together to form a holistic approach to sustainability: 1) Zero Carbon; 2) Zero Waste; 3) Sustainable Transport; 4) Local and Sustainable Materials; 5) Local and Sustainable Food; 6) Sustainable Water; 7) Land and Wildlife protection; 8) Culture preservation and Community involvement; 9) Equity and Local Economy; 10) Health and Happiness.

One Planet Living designs a sustainable world in which people, everywhere, can live happily and healthily within the natural limits of the planet, by adopting sustainable lifestyles, which leave sufficient space for wildlife and wilderness. Lots of organisations around the world are using the "One Planet Living" approach to take measurable steps towards sustainability. In fact, originally designed by BioRegional for planning sustainable communities in 1998, this innovative approach has been found to be scaleable and adaptable to many different situations, including the London 2012 Olympic and Paralympic Games.

The One Planet Living framework is now used in more than fifty countries. During the Rio+20 conference, BioRegional and its partners committed to enable the One Planet Living approach to be more widely used and available through communications, e-learning and traininto a team of 10,000 people to help them deliver an aspirational sustainable lifestyle in a world's population that is soon going to reach nine billion people.

Romina Puccetti

Marta Castellani